Tipologie di acciaio damasco

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acciaio damasco

In questo post voglio farti vedere alcune texture di damasco e raccontarti un pò di storie e metodi costruttivi dei principali acciai ottenuti per stratificazione di acciai diversi.

Quello che serve sapere è un minimo di cultura generale sugli acciai ottenuti con questo processo e conoscere le texture per scegliere quella più adatta al tuo scopo.

Ora attenzione non è un post per imparare a fare il damasco perchè ci sono corsi, libri che spiegano come farlo e soprattutto è necessario avere un laboratorio attrezzato e uno spazio adeguato per potersi cimentare e dedicare a questa disciplina.

Personalmente uso acciai da trafilatura e sinterizzati e se serve un damasco  lo acquisto perchè non è possibile per me cimentarmi in questa disciplina di forgiatura.

Con la denominazione Acciaio Damasco si intendono tre prodotti di siderurgia ben distinti:

  1. Il Damasco saldato o acciaio a pacchetto;
  2. L’Acciaio Wootz o acciaio al crogiolo.
  3. Acciaio toledano.

Il nome “Damasco” ha due possibili origini.

La prima dalla città siriana di Damasco, la seconda invece nega la connessione etimologica con la città e si rifà invece alla parola araba damas che significa acquoso, in riferimento ad alcune strutture ricordanti una superficie acquosa che si formavano sulla superficie dell’acciaio.

acciaio damasco

Il procedimento di realizzazione dell’acciaio damasco

Il procedimento damasco a pacchetto è un’affascinante  tecnica di lavorazione dell’acciaio.

L’acciaio damasco  a pacchetto viene realizzato da un parallelepipedo d’acciaio sottoposto a forgiatura, portandolo al calor rosso e battendolo, piegandolo e ribattendolo fino ad ottenere una stratificazione dell’acciaio.

Questa tecnica è un procedimento medievale;

I primi ad aver fatto spade con acciaio stratificato sono stati gli arabi Omayyadi nel corso del nostro Medioevo, che avevano però appreso in precedenza tecniche d’origine indiana.

Questa stratificazione è necessaria per rendere la lama flessibile, ma nel contempo molto dura, addirittura così dura da non intaccarsi nemmeno con fendenti di lama su corazza o su altra spada.

L’estrema durezza permette inoltre di affilare un filo molto fine e quindi molto tagliente senza renderlo troppo fragile.

Il damasco nelle katane

Il procedimento damasco è la  tecnica di lavorazione dell’acciaio utilizzata  in particolar modo dai maestri artigiani giapponesi per costruire le katane.

Il controllo dello spazio nella forma e il disegno funzionale degli oggetti sono per i giapponesi necessità estetiche.

Il senso del vuoto (suniya) fondamentale della filosofia Zen, ha elaborato oggetti di elegante raffinatezza, nella loro semplificazione essenzializzata ed esemplare.

La lavorazione del metallo, arrivata in Giappone dalla Cina, non è anteriore al III Secolo aC .

In Giappone la lavorazione dei metalli dall’ottavo secolo dC fino al diciannovesimo secolo dC  giunge a qualità tecniche considerevoli.

In Giappone l’arte della spada e dei coltelli raggiunse livelli qualitativi di altissimo livello difficilmente riscontrabili in altri

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Si consideri che per il giapponese la spada era venerata come il portatore della spada stessa; essa era maneggiata con molta cura, mai toccandone il ferro, porgendola tra fazzoletti di seta, collocandola su appositi porta spada nella parte più sacra della casa.

La spada era il simbolo del bushidò e per la casta dei samurai era il bene senza eguali, l’emblema stesso dell’essere.

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La preparazione del pacchetto di damasco

Il pacchetto damasco si prepara sovrapponendo alternativamente i laminati di ferro e acciaio, fissandoli con saldatura a un punto all’estremità, dalla quale per prima cosa si ricava il manico da impugnare anche durante la lavorazione.

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Con la saldatura si uniscono gli strati e simultaneamente si forgiano, battendoli a caldo.

La lastra che si ottiene ad ogni colpo si assottiglia e si allunga.

Raggiunto un certo spessore, la lastra viene tagliata in due o tre pezzi che di nuovo si sovrappongono e che vengono ribattuti.

L’operazione si ripete fino ad ottenere lo spessore voluto.

acciaio damasco

Si passa poi alla normalizzazione termica della barra con un primo passaggio della tempera, dando così all’acciaio la durezza giusta per essere lavorato e dalla barra ottenuta si ritaglia la forma della lama e si comincia il lavoro graduale di riduzione dello spessore, lucidatura e finissaggio che metteranno la lama in condizione di affrontare il secondo trattamento termico, il rinvenimento.

La lama si lucida poi con un abrasivo e con un acido e si porta alla luce il disegno con le venature diverse e caratteristiche, ma perfettamente integrate della struttura.

Questo effetto sulla lama si definisce marezzo, perché ricorda la luce sul mare.

A questo punto si aggiunge il manico del coltello, le ghiere e il codolo e montati tutti i pezzi e si lucida l’insieme e si procede con l’affilatura.

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Tipologie di damasco

Damasco saldato

Damasco saldato

Lama di coltello in “Damasco saldato” odierno

Il damasco saldato è antichissimo ed è la prima tecnica di siderurgia usata dall’uomo.

Dai forni estrattivi primitivi si otteneva un ammasso di ferro-acciaio disomogeneo e pieno di scorie di fusione e carboniose.

L’unico modo per utilizzare questo prodotto era quello di forgiarlo, allungandolo e ripiegandolo su se stesso svariate volte.

Questo lavoro d’impasto permetteva la riduzione delle inclusioni nocive e la diffusione del carbonio in modo uniforme nel pacchetto.

Fu questa la tecnica utilizzata sicuramente in alcune lame etrusche del IV secolo a.C. in cui due tipi di acciaio-ferro più ferro meteorico vennero saldati insieme: l’acciaio (o ferro carburato) per il tagliente; il ferro e il ferro meteorico per i lati della lama, più morbidi e resilienti, ottenendo volutamente un notevole effetto estetico.

Questa era la tecnica usata dai fabbri dei Celti e degli Antichi Romani, passata poi ai Germani che travolsero l’Impero romano creando l’Europa medievale.

Fu solo al tempo delle Crociate, in concomitanza con all’aumento dei contatti con l’Oriente, che gli europei superarono il modello dell’acciaio a pacchetto scoprendo l’acciaio al crogiolo.

Oggi la tecnica del Damasco saldato è utilizzata per la produzione artigianale di coltelleria artistica.

Si preparano pacchetti di diversi acciai guardando sia al contrasto cromatico sia alla funzionalità meccanica, i pacchetti si portano a temperatura di “bollitura”, 1200-1300° Celsius a seconda degli acciai utilizzati, e battuti con martello e incudine o maglio o presse apposite.

Con la battitura a caldo si ottiene una saldatura autogena dei vari strati d’acciaio, il pacchetto allungato, ripiegato, ritorto, inciso e ribattuto con le più svariate tecniche di forgiatura permette d’ottenere variazioni estetiche quasi infinite mantenendo la funzionalità della lama.

Acciaio Wootz

Il Wootz o acciaio al crogiolo è una tecnica metallurgica ben attestata in India già nel 300 ma probabilmente già diffusa in epoca anteriore (si arriva a parlare del III secolo a.C.).

Consiste nel mettere il ferro spezzettato, ottenuto dai forni fusori primari, in piccoli crogioli in argilla refrattaria insieme a carbone di legna e vari tipi di foglie.

Il crogiolo così riempito veniva sigillato e messo in una fornace per 24 ore ad una temperatura di circa 1200 gradi.

Nel crogiolo, il ferro si arricchiva di carbonio per diffusione.

Ogni tanto il fabbro scuoteva i crogioli, infatti quando il tenore di carbonio cominciava ad avvicinarsi al 2% il ferro diveniva ghisa e fondeva.

Agitando il crogiolo si sentiva lo “sguazzo” del ferro-acciaio nella ghisa appena fusa.

A questo punto la fornace non era più alimentata e i crogioli venivano tenuti a raffreddare lentamente nella stessa per altre 12-24 ore.

Il carbonio passava sempre per diffusione dalla ghisa fusa alla restante massa metallica ottenendo un acciaio con un tenore di carbonio del 1,5 %, a causa del lentissimo raffreddamento nel blocco si formava un macroreticolo di cementite (carburo di ferro).

Il panetto d’acciaio così ottenuto veniva tagliato e forgiato.

Durante la forgiatura non si doveva superare i 750 gradi pena la dissoluzione della cementite (principale fonte della damaschinatura), le martellature localizzate e locali asportazioni di materiale davano origine alle caratteristiche marezzature.

Stesso discorso per la tempratura da farsi sempre a bassa temperatura di austenitizzazione.

Con l’operazione di levigatura si mettono in evidenza i diversi strati (la cosiddetta damaschinatura), che somigliano a quelli che si avevano nelle spade Damasco (l’effetto è simile alle striature del legno).

A fine lavorazione, la trama poteva essere ulteriormente evidenziata immergendo l’oggetto in acido, onde corrodere in modo differenziato i diversi strati.

Recenti studi hanno evidenziato la presenza di nanotubi di carbonio (creati ovviamente in modo inconsapevole dai fabbri dell’epoca) nell’acciaio Wootz che potrebbero spiegare le sue notevoli proprietà meccaniche.

Acciaio Wootz
Daga indiana del XVII-XVIII secolo: lama in “Acciaio Wootz” frapposto a oro; elsa in giada; fodero in acciaio con decorazioni incise, incavi e rilievi.

Acciaio toledano

Questo acciaio ha una storia molto particolare che narra di una leggenda che parla di un fabbro di spade che nel 1400 a Toledo, città nel centro della Spagna, in preda ai fumi del vino, temprò una lama di acciaio damasco nell’urina dei cavalli di un vicino maneggio anziché nell’acqua.

Poiché l’urina contiene composti azotati e urea, composto basico, l’acciaio della lama subì un processo di nitrurazione.

Da lì in poi la fama delle lame di Toledo si sparse in Europa e anche oltre i suoi confini.

Acciaio toledano

 

Soluzioni liquide per damasco

Per fare uscire dall’acciaio il disegno del damasco la lama deve essere immersa nel cloruro ferrico.

  • Cloruro Ferrico per ossidazione Damasco al Carbonio ( 1 litro costa circa 12 euro)Soluzioni liquide per damasco
  • Soluzione acida per rinvenimento disegno Damasco Inox (1 litro costa circa 8 euro)

Soluzioni liquide per damasco

Conclusione

Sicuramente l’acciaio damasco conferisce al coltello un aspetto di pregio con i suoi disegni che sembrano uscire da un passato lontano ma che continua ad affascinare.

Oggi abili forgiatori fanno dei disegni davvero incredibili che rendono l’aspetto estetico del coltello di alto pregio.

Tutti i maker prima o poi si cimentano in una lama in damasco!

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Andrea


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Andrea F

Maker and Enthusiast of Knifemaking. Other: Engineer / Professional Blogger / Bass Player / Instructor of Boxing / Muay Thai / Brazilian Jiu Jitsu / Grappling / CSW / MMA / Self Defence / FMA / Dirty Boxing / Silat / Jeet Kune Do & Kali / Fencing Knife / Stick Fighting / Weapons / Firearms. Street Fight Mentality & Fight Sport! State Of Love And Trust!

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